SCELTA

 

Scegliere è percorrere una pista scivolosa.

Scelta è avventurarsi oltre il confine della tradizione, del già dato, dell'assodato, e lanciarsi in un salto, piccolo o grande, ma comunque sempre nel buio.

Scegliere realizza, fa cadere, ma sempre anche rialzarsi, proprio imparando dalle proprie cadute e errori.

Chi sceglie ammette di non essere perfetto, e sa accogliere anche l'altro così.

Ogni volta che si fa una scelta, si viene anche scelti dalla situazione che si è data in oggetto, rendendo il soggetto che l'ha compiuta più atto ad essere quello che è, in relazione con se stesso e con il mondo.

La scelta è un elastico che rende elastico chi la fa.


GUERRA


La guerra consiste nell'errare, nel vagare invano.

Perdendo tempo utile.

Questa è la vera perdita della guerra, sia per i vinti che per i vincitori. 

Ci si perde nel vagare inutilmente. 

L'utilità delle armi nasconde questo non senso e fa illudere che ci sia una giustificazione e un motivo valido. 

Ma la guerra di per sè si amplifica in un tempo sprecato, che alla fine si riversa sull'umanità facendo crepa nei valori e nel senso di ognuno. 

Inoltre, una guerra iniziata, sia a livello personale che mondiale raccoglie in sè altri affluenti simili: potenza, vendetta, ingiustizia, bramosie sfrenate, illegalità, ipocrisia, sotterfugi, bugie e buio sempre più profondo.

C'è solo un senso per la guerra: quello di riscoprirsi erranti e incapaci di raggiungere la verità con i propri mezzi.


ARTE

 

Arte è ardere.

Ogni tipo di arte, al di là delle forme espressive, ha il cuore nell'ardere: cuore ardente, infiammato. 

Un'opera d'arte non è mai fissa: arde.

Ogni forma d'arte come sostanza dietro di sè deve avere la fiamma, altrimenti è solo esteriorità.

L'arte ha anche un aspetto spesso ignorato: è graffiante su tutto ciò che incontra, e per questo il giudizio sull'opera d'arte non deve mai partire dal piacere, ma dal suo toccare, anzi graffiare la situazione che rappresenta e chi davanti all'opera si presenta.

L'arte presenta sempre le sue opere come una finestra dalla quale ammirare il panorama di ciò che sta oltre l'opera stessa.

L'opera d'arte è sempre un segno, anche se appare come un disegno.

Rimanda sempre oltre. 

Per questo l'opera d'arte, anche se prodotta nel presente, avrà il suo valore e il suo oggettivo giudizio solo nel futuro.

L'arte è un ponte da attraversare, fermarsi è solo momentaneo di fronte ad essa.

L'arte mette in cammino, fa progredire l'artista e chi ne ammira le opere.



SPIRITO

 

Lo Spirito è uno sprizzo e uno spruzzo, così in sintesi. Con modalità di sorpresa, inaspettato e intraprendente oltre ogni cosa. Tutto ciò che sta oltre le cose infatti si può dire che è spirito. Inoltre, lo spirito anima tutte le cose, per cui non esiste in se stesso se non nel qui e ora. 

Anche lo Spirito della divinità giace sempre e volentieri nella realtà, spruzzandola di sè e facendola sprizzare. 

E anche questa possiamo dire è una garanzia che una cosa è spirituale: quando spruzza e sprizza da sè verso l'oltre di sè. 

Ma quel che è più profondo della caratteristica dell'essere spirito è che spira: muore, e morendo, proprio in quel medesimo istante, semina la vita in novità per sè e per chi è seminato, raggiunto da esso. 

Ogni essere è spirituale solo attraverso il passaggio dell'annientamento, per riesprimersi in novità: quella appunto dello spirito.


ANIMA

 

Il termine è comprensibile solo andando alla sua stessa radice: l'anemia. 

Senza sangue ed esangue, uno può capire l'anima nella sua essenza e nella sua potenza. 

Un semplice esercizio: trattenendo il respiro fin che riesco, scopro cos'è anima e la sua potenza, che si rivela proprio togliendo al sangue la sua scorribilità, anche solo per qualche istante. 

L'anima è dunque comprensibile nella sua origine proprio attraverso la coscienza atea, che è poi l'originale e l'origine della coscienza che da anemica passa ad essere anima. 

Per attingere al termine anima, dunque, basta prendere in mano un sasso nella sua anemicità e vaghezza d'animo, per poi abbracciare un albero o toccare un fiore, risalendo; e poi un animale, cane o gatto, o ratto, e infine all'uomo che resta, se non rimanere di sasso per avere un'anima così elevata?

Sì, un termine che inizia con la coscienza del sasso ma che del suo termine non capiamo ancora un casso.